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4 aprile 2014
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Mmg inglese non ha tempo per visitare. L’esperto: «meno burocrazia o in Italia la stessa fine»

«In tutta Europa il carico di lavoro del medico di famiglia cresce vertiginosamente. I governi azzerino i vincoli burocratici per la categoria o, impiccio dopo impiccio, c’è il rischio di creare liste d’attesa pure per gli assistiti, perché le giornate di lavoro non si possono dilatare».

Francesco Carelli, membro del Royal College of General Practitioners britannico, commenta il sondaggio commissionato dall’istituzione ai cui
lavori partecipa. Secondo i dati apparsi su Pharma Times, il 62% degli inglesi crede che le visite quotidiane dei GP, ormai salite a 40 – 60 al giorno, siano troppe, al punto da minacciare la qualità delle cure e l’accessibilità per i pazienti a diagnosi e terapie.
Tre assistiti intervistati su dieci affermano di essere stati rimandati alla settimana successiva e il 40% del campione si è detto preoccupato delle conseguenze dell’attesa sulla salute.

«I medici britannici non ce la fanno più. In parte – ammette Carelli – sono le conseguenze di una convenzione remunerativa ma impegnativa che da qualche anno valuta il loro lavoro attraverso tanti puntuali indicatori; in parte, in tutto il Nordeuropa le visite durano in media 20 minuti, un po’ di più che in Italia, e sono scandite per fasce orarie, quindi c’è la tendenza a dare appuntamenti a distanza.
Inoltre i GP inglesi sono relativamente pochi e a quanto pare, pur caricati di incombenze anche “mediche”, gli infermieri-nurse non riescono a far fronte a tutti gli impegni della “practice”».

La presidente del Royal College Maureen Baker ha chiesto più risorse, «ma ci vorrebbe anche più tempo», dice Carelli. «Con le cronicità, le visite ordinarie si trasformano tutte in sorta di “ambulatori per patologia” continui. In Italia, con l’avvento dei nuovi compiti, vivremo gli stessi problemi. Con un’aggiunta: stiamo pure mettendo a regime la trasmissione online di referti e ricette e stiamo riempiendo i patient summary».

Rimedi? «A parte che alcuni compiti come l’Adi difficilmente potremo continuare a svolgerli di persona, occorrerà delegare la burocrazia ad altre
figure e battersi con regioni e governo per l’abbattimento delle attuali incombenze: i riepiloghi delle ricette come i vari documenti per la sicurezza dello studio non devono tenerci occupati tutti i giorni».

Mauro Miserendino

Fonte:  www.doctornews.it