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24 febbraio 2015
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LA SANITA’ VIAGGIA SENZA ASSICURAZIONE

Il ministro Beatrice Lorenzin, essendo incinta di due gemelli, è particolarmente sensibile alla drammatica morte del neonato di Catania. Ogni giorno la responsabile del dicastero della Salute è prodiga di buone intenzioni: “Non sono stati applicati i protocolli, dobbiamo intervenire”. In che modo però non è dao sapere, allora ci permettiamo un sommesso consiglio.

Premettiamo che vicende disgraziate come quella catanese dovrebbero appartenere al protozoico della sanità, ma prtroppo sono spesso all’ordine del giorno. In questo caso, però, la questione sanitaria è sin troppo semplice da risolvere: qualsiasi ostetricia di una clinica sia essa pubblica, privata convenzionata o privata autorizzata deve disporre di una minima unità di neonatalogia, altrimenti tanto vale partorire a casa. Nel 2015 non si può morire di crisi respiratoria al primo giorno di vita per assenza di macchinari in un paese che pretenda di essere civile.

La responsabilità dell’accaduto è quindi della politica, più abile a maneggiare vitalizi che culle. L’unico riguardo che il governo ha avuto per i neonati è il solito strampalato spot dei bonus bebè.  Poi, quando capita il fattaccio, il ritornello è sempre lo stesso: trombe, grancasse, commissioni, procure, titoloni di giornali e tv, una decina d’indagati e il ministro di turno ovviamente indignatissimo a lanciare dichiarazioni, per nulla nella consapevolezza che rimarranno lettera morta. Poi, tra sei mesi, nell’indifferenza generale qualche perito medico scriverà il sillogismo con cui molti morti vengono sepolti sotto una coltre di omertà: “Complicanza prevedibile, ma non prevenibile”. La varietà lessicale per ottenere il nulla osta alla sepoltura mi è tristemente nota: “Il piccolo sarebbe morto lo stesso, la patologia di base era aggressiva, i medici hanno fatto tutto il possibile per evitare il danno, è impossibile dimostrare che un trattamento adeguato avrebbe evitato la morte eccetera, eccetera”. Da avvocato specializzato in malasalità, sono stracerto che nessuna condanna penale definitiva colpirà i medici per i fatti di Catania: canis ne cavet canem. Veniamo ora al civile, al risarcimento danni, dove la situazione, caro ministro, è terrificante perchè gli ospedali italiani sono ormai privi di copertura assicurativa oppure le polizze hanno franchigie altissime. La Sicilia in primis con il governatore Crocetta disdettò tutte le polizze e le casse delle asiende ospedaliere alla voce risarcimenti piangono. La Corte dei Conti vigila sulle liquidazioni dell’amministratore pubblico che, nominato dalla politica e poco esperto della materia, attende le sentenze per risarcire le parti lese senza incorrere in responsabilità nei confronti dell’Erario. In sintesi il sistema è prossimo al cortocircuito, perchè al danno sanitario si aggiunge la beffa giudiziaria. Suggerisco allora al ministro Lorenzin di prendere un impegno concreto: obbligo di polizza con assicurazione di rating AA (ho sorvolato sulle compagnie fantoccio che hanno fatto man bassa del mercato nazionale) non dico per gli ospedali, ma almeno per i reparti di ostetricia. Per scegliere dove far nascere la mia piccola, ho chiesto la sinistrosità al liquidatore capo delle Generali. Cinismo? Forse, ma sempre meglio di trovar scritto che “la morte è una complicanza prevedibile, ma non prevenibile della vita”.

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